Sulle pareti dei templi e di molte tombe gli egizi preferivano il rilievo piuttosto che la pittura. Generalmente sui muri esterni si incideva profondamente la superficie di pietra. Le figure e le iscrizioni a caratteri geroglifici venivano prima disegnate sul muro con lΓÇÖinchiostro. Lo scultore avrebbe poi tracciato il profilo servendosi di un cesello o di un mazzuolo, livellando i contorni delle figure e aggiungendo i dettagli necessari. I netti contorni di questi rilievi venivano messi in risalto dalle ombre proiettate dalla luce del sole. Per le pareti interne, in cui la luce del sole era molto smorzata, si preferivano le incisioni a rilievo. Dopo aver completato la griglia iniziale, lo scultore scavava accuratamente lo sfondo, facendo emergere dalla parete le figure o i geroglifici. Sia allΓÇÖesterno che allΓÇÖinterno, le figure terminate e le iscrizioni venivano poi dipinte con colori brillanti. In alcuni templi, in luoghi al riparo dal vento e dallΓÇÖazione abrasiva della sabbia, si sono conservate parti dipinte che mostrano come originariamente non ci fossero i tenui e dorati disegni che vediamo oggi, ma tinte vivaci con colorazioni intense di blu, rosso e verde, che si stagliavano vivide contro lo sfondo bianco.
